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mercoledì 23 marzo 2011

Omicidio Piazza: nuove rivelazioni dal poliziotto-talpa

di AMDuemila - 22 marzo 2011
Palermo. Potrebbero emergere nuovi retroscena sulla scomparsa dell’agente dei servizi segreti Emanuele Piazza, rapito ed ucciso nel 1990 da un comando di Cosa Nostra. La novità è racchiusa nelle motivazioni della sentenza di condanna (emessa dal Tribunale di Palermo il 14 dicembre 2010 per concorso esterno in associazione mafiosa), depositate qualche giorno fa, a carico dell’ex assistente capo della polizia Vincenzo Di Blasi, oggi in pensione, detenuto da mesi nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. 
Il Gup Marina Petruzzella ha infatti segnalato la presenza del poliziotto Di Blasi, all’epoca in servizio al commissariato di Mondello, nell’ultima operazione sotto copertura di Piazza, come rivelano le stesse dichiarazioni del pentito Francesco Onorato. “Il mafioso aveva conosciuto Di Blasi a casa di Piazza, qualche mese prima del suo omicidio – ha scritto il giudice nelle motivazioni – e Di Blasi gli aveva detto di essere a sua disposizione per qualsiasi notizia relativa ad indagini o blitz concernenti le famiglie di Pallavicino e Partanna”. In quella occasione Onorato avrebbe dato un milione di lire al poliziotto. Solo dopo il suo arresto Di Blasi ha confermato di aver “incrociato”Onorato a casa di Piazza, “ma ha negato - ha scritto il gup - di aver mai assunto impegni e ricevuto denaro”.
Un tassello importante che va ad integrare le recenti dichiarazioni di Gian Marco Piazza, il fratello di Emanuele. Questi oltre a fare esplicito riferimento al Di Blasi e al rapporto di amicizia che li legava, ha detto che il fratello e il Di Blasi erano stati compagni di palestra, a 18 anni facevano lotta libera, poi si sono ritrovati entrambi in polizia, ma dopo la scomparsa di Emanuele Piazza, il poliziotto non sarebbe mai andato a trovare la famiglia Piazza. Un comportamento che stando alle dichiarazioni del fratello non è passato inosservato.


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