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venerdì 19 novembre 2010

Alfano, con la crisi di governo a rischio la lotta alle mafie

Sono molto soddisfatti i ministri Maroni e Alfano oggi a Napoli. Incontrano i poliziotti che hanno stanato il superlatitante Antonio Iovine ieri a Casal di Principe. Da Iovine solo poche parole: "Non sono il boss che racconta la tv". Ma si guarda gia' avanti. E mentre il responsabile del Viminale dice che ora bisogna catturare altri due boss, Matteo Messina Denaro e Michele Zagaria, il Guardasigilli esprime la sua preoccupazione: "Non vorremmo che la caduta di questo Governo significasse anche l'interruzione di questo circuito magico di leggi contro le mafie".

La visita del ministro dell'Interno Maroni e della Giustizia Alfano alla Questura di Napoli. Con loro il questore Santi Giuffre'.
La visita del ministro dell'Interno Maroni e della Giustizia Alfano alla Questura di Napoli. Con loro il questore Santi Giuffre'.
L'operazione che ha portato alla cattura di Iovine riscuote il consenso del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che definisce l'arresto "straordinario" in due diversi messaggi inviati, rispettivamente, al capo della polizia Manganelli e al procuratore della Repubblica di Napoli Giandomenico Lepore. L'azione contro le mafie e' incessante, come dimostrano altre due operazioni condotte oggi: 200 milioni di euro di beni, appartenenti alla cosca Commisso di Siderno (Reggio Calabria), vanno a rimpinguare il cospicuo totale dei sequestri effettuati. Un risultato ottenuto nell'ambito dell'operazione Crimine, sulle attivita' illecite della 'ndrangheta in Lombardia, che nel luglio scorso porto' all'arresto di oltre 300 persone.

Sempre oggi, in Calabria, a Plati', i carabinieri hanno arrestato, all'interno di un'abitazione rurale Pasquale Barbaro, di 33 anni, ricercato dal 2009. Maroni e Alfano in Questura hanno incontrato gli uomini della squadra "catturandi" che hanno assicurato alla giustizia il superlatitante. In Questura 'O ninno' ha tentato di avvalorare la tesi della propria estraneita' alle numerose e pesanti accuse contestategli nel corso degli anni. Da quando, cioe', insieme a Michele Zagaria, raccolse l'eredita' di Francesco Schiavone detto 'Sandokan', al vertice del clan dei Casalesi. "Questa e' l'antimafia dei fatti, dei successi, degli arresti, della cattura dei latitanti, dell'aggressione ai patrimoni.

Questa e' l'antimafia a cui io e Alfano ci onoriamo di appartenere", ha detto il responsabile del Viminale ai giornalisti al suo arrivo in Questura. Un arresto eccellente frutto del cosiddetto 'metodo Caserta', ha aggiunto il ministro dell'Interno, che ha ricevuto gli elogi del Presidente della Repubblica e anche attestazioni di stima internazionali. "Le piattaforme di contrasto alla criminalita' organizzata italiane - ha evidenziato Alfano - sono diventate la base per i Paesi del G8 nel contrasto alla mafie".

Alfano, poi, ribadisce di avere gia' comunicato ai magistrati napoletani l'imminente firma del 41 bis per Iovine, un istituto "rafforzato", divenuto "carcere durissimo", che "funziona - ha commentato - e gli ordini all'esterno sono difficili da dare per chi e' sottoposto a questo regime". Sono 6754 i mafiosi assicurati alla giustizia e beni per 17 miliardi e 854 milioni di euro sequestrati a mafia, camorra e 'ndrangheta. Mai fatto di piu' prima. A Casal di Principe l'arresto di Iovine, invece, sembra non suscitare effetti particolari: "A me, per la verita', non ha fatto niente di male", dicono numerosi compaesani di Iovine. In molti sono perfino convinti che quando li' a governare c'era la camorra, "si viveva meglio" mentre ora, "che c'e' lo Stato siamo rovinati".

Sul fronte delle indagini, al vaglio degli inquirenti, ci sono adesso due computer fissi, uno portatile e tre pizzini con indicazioni di nomi e cifre, materiale sequestrato ieri dalla squadra mobile di Napoli nell'abitazione di Casal di Principe dove e' stato catturato il boss Antonio Iovine, e su cui si sta concentrando l'attenzione degli investigatori che stanno esaminando anche due lettere scritte dai figli. Le indagini, coordinate dai pm della Dda di Napoli Antonello Ardituro e Alessandro Milita, puntano a verificare la presenza di elementi interessanti sulle attivita' del clan dei Casalesi e sui rapporti avuti dal boss durante la lunga latitanza. Per gli inquirenti ci sono state anche altre persone che hanno favorito la latitanza del boss oltre a Marco Borrata, il muratore nella cui villetta e' stato catturato 'O ninno.




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http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=147509

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