8 dicembre 2010
Caltanissetta. «La penso esattamente come il Procuratore di Palermo, tra noi e loro non c'è nessuno scontro in atto».
Lo ha detto all'ADNKRONOS il Procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari, parlando delle presunte polemiche con i 'cugini' di Palermo sul 'caso Ciancimino'. Nei giorni scorsi la procura di Caltanissetta ha iscritto Massimo Ciancimino nel registro degli indagati per calunnia aggravata nei confronti dell'ex Capo della Polizia, Gianni de Gennaro e lo 007 Lorenzo Narracci e per violazione del segreto istruttorio per avere rivelato notizie su indagini ad alcuni giornalisti. Una decisione che, invece, non è stata condivisa dai pm di Palermo che continuano a ritenere Ciancimino junior attendibile su quanto dichiarato fino ad oggi. «Noi continuiamo a sentirlo e a carcerare riscontro», hanno tagliato corto ieri i magistrati della Dda palermitana. «Abbiamo ambiti investigativi diversi - spiega Lari - pur avendo con Palermo una diversità di vedute sul profilo dell'attendibilità di Massimo Ciancimino, ma ribadisco che non c'è alcuno scontro con Palermo. Certo, non possiamo pensarla tutti allo stesso modo...».Tra i capi di imputazione contestati a Massimo Ciancimino dal Procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari, nei confronti di Massimo Ciancimino c'è anche quello di favoreggiamento perchè, secondo i magistrati nisseni, Ciancimino «pur conoscendo la vera identità del 'signor Franco'», cioè l'uomo che avrebbe fatto da mediatore nel corso della trattativa tra lo Stato e la mafia, «non l'ha ancora rivelata». E Ciancimino junior, all'indomani dell'avviso di garanzia di Caltanissetta, ieri pomeriggio, per la prima volta da quando collabora, si è avvalso della facoltà di non rispondere con la Procura nissena. In mattinata, al contrario, aveva invece risposto alle domande dei pm di Palermo. «Con Caltanissetta è venuto meno il clima di fiducia», ha spiegato ieri Ciancimino junior.
Adnkronos
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