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lunedì 10 gennaio 2011

Fratello piccolo Di Matteo: ''Per delitto paghi mandante''



10 gennaio 2011
Palermo.
«Più di tutti deve pagare il mandante. Di Giuseppe ricordo che giocavano tanto insieme. Io ero troppo giovane, avevo solo 11 anni.
     
Se fossi stato più grande forse avrei potuto fare qualcosa per aiutarlo. Ora cerco di condurre una vita normale». Lo dice al Giornale radio Rai Nicola Di Matteo, 28 anni, il fratello minore del piccolo Giuseppe, figlio del pentito Santino. Il bimbo fu rapito e poi ucciso, su ordine del boss Giovanni Brusca, per indurre il padre a ritrattare. Venne sequestrato il 23 novembre 1993 ed eliminato l'11 gennaio del 1995: sciolto nell'acido dopo 779 giorni di prigionia. I giudici sentiranno oggi in aula al processo per questo delitto, il capomafia Giuseppe Graviano: a chiedere l'interrogatorio del boss di Brancaccio è stato il suo legale, dopo la deposizione del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, comparso in videoconferenza alle scorse udienze. Anche Nicola Di Matteo oggi sarà in aula per assistere al processo: «Anche mio padre ha la sua parte di responsabilità, - dice - se si fosse tenuto lontano da quella gente, tutto questo non sarebbe accaduto». E domani in occasione del quindicesimo anniversario del bambino la Provincia di Palermo, insieme al Consorzio Sviluppo e Legalità e ai Comuni di Altofonte e San Giuseppe Jato, organizza «Il bambino che sognava i cavalli». Si tratta di una serie di iniziative alle quali interverranno il presidente Giovanni Avanti e il vicepresidente e assessore alla Legalità, Pietro Alongi. Sarà presentato il libro del giornalista Pino Nazio scritto dopo un incontro con Santino Di Matteo. «Ho voluto pubblicare questo libro - dice Nazio - perchè finora ne avevano scritto solo gli aguzzini, Giovanni Brusca e Giuseppe Monticiolo, in due libri-intervista».

ANSA

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