14 gennaio 2011
Enna. Nei prossimi giorni la commissione nazionale Antimafia riascolterà l'ex ministro Giovanni Conso e sentirà, per la prima volta, l'ex direttore del Dap Nicolò Amato nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta 'trattativa' tra lo Stato e Cosa nostra dopo le stragi mafiose del '93. A darne notizia, a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'università di Enna, è il vicepresidente della stessa commissione Antimafia, prefetto Luigi De Sena, oggi senatore del Pd. «L'ex ministro Conso è un galantuomo -spiega De Sena- lo risentiremo per alcuni chiarimenti dopo averlo già ascoltato». Durante l'audizione dei mesi scorsi Conso, oggi 90enne, aveva spiegato ai componenti della commissione Antimafia che dopo le stragi del '93 aveva deciso di revocare il carcere duro, il 41 bis, per 140 esponenti mafiosi del carcere Ucciardone di Palermo, in «totale autonomia». Conso ha detto di avere deciso l'alleggerimento del carcere duro «per evitare altre stragi». Ha smentito, quindi, la presenza di una 'trattativà tra Stato e Cosa nostra. Conso, Guardasigilli nei governi Amato e Ciampi tra il '93 e il '94 aveva precisato davanti alla commissione Antimafia che indaga sulle stragi del '92 e '93 che la decisione non fu frutto di alcuna trattativa ma di un provvedimento preso «in assoluta solitudine». Nel gennaio del '94 Conso rinnovò invece il 41 bis per un gruppo di boss mafiosi «ma si trattativa -disse- di capi, come i boss Fidanzati e Calò. C'era lo stesso rapporto che c'era tra i ricchi e i poveri».
Adnkronos
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