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sabato 26 febbraio 2011

Processo breve: l'allarme di Scarpinato



"A rischio prescrizione anche i reati di mafia"
di AMDuemila - 25 febbraio 2011
Il processo breve avrebbe un “effetto devastante”: il rischio sarebbe la prescrizione anche per i reati imprescrittibili, quelli puniti con l’ergastolo. È quanto sostenuto da Roberto Scarpinato, procuratore generale presso la corte di Appello di Caltanissetta ascoltato nei giorni scorsi dalla commissione Giustizia della Camera sul ddl riguardante “L'attuazione del principio della ragionevole durata del processo”.
Il magistrato ha evidenziato come molti processi per mafia prendono le mosse da reati comuni cui viene aggiunta l'aggravante mafiosa, con il rischio prescrizione che si estenderebbe quindi anche ai reati imprescrittibili. “A una lettura del testo sembra esserci questo rischio - ha aggiunto Scarpinato - ma bisognerebbe verificare. Non può che essere una svista ...". Per il pg della corte d'Appello di Caltanisetta l’unico modo per evitare le tecniche dilatorie nel processo è riformare la prescrizione sospendendola quando il pm esercita l'azione penale o almeno dopo la condanna in primo grado.

Secondo Scarpinato "In un Paese in cui la Corte dei Conti certifica in 60 miliardi di euro il costo della corruzione e la Guardia di Finanza stabilisce in 50 miliardi l'evasione fiscale, nel quale le mafie signoreggiano su tutto il territorio, gli abusi edilizi e ambientali sono un fenomeno di massa. Ci sono migliaia di persone che vivono nell'indotto criminale". E quando sono sottoposte a procedimenti penali, "usano tecniche dilatorie che configurano un abuso del processo per inseguire la prescrizione". Il magistrato ha snocciolato i dati statistici sugli effetti della "ex Cirielli" che ha abbreviato i termini della prescrizione: "Fino al 2005 le condanne per corruzione erano circa mille, ora sono 120; per abuso d'ufficio erano un migliaio, ora sono 46". In Sicilia “sono circa 45mila gli appelli pendenti - ha ricordato ancora Scarpinato - il 93 per cento è proposto dagli imputati. Il magistrato ha infine sottolineato che “nel ddl del ministro Alfano sul processo penale è previsto che il giudice non possa eliminare i testi giudicati inutili, così qualunque difesa può chiedere una lista di 500 testimoni e il giudice non riesce a governare il processo”. “È come la tela di Penelope", ha concluso.


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