1° marzo 2011
Palermo. «I periti chiedono esami e terapie ma lo Stato non lo cura». Lo dice al magazine «Sette» il figlio del boss mafioso Bernando Provenzano, Angelo.
«Lo sdegno lo sento, è quello di chi crede che se lo meriti di morire così. Solo e non curato. Perchè è Bernardo Provenzano», dice. L'avvocato di Provenzano, Rosalba Di Gregorio, dice: «Il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha ignorato per ben due volte le ordinanze del tribunale per il ricovero di Bernando Provenzano in un centro clinico, ordinanze di ricovero disposte sulla base di una relazione sanitaria del carcere di Novara. A questo punto formulo un legittimo dubbio: che interesse si ha a che Provenzano muoia al più presto?». Aggiunge Angelo Provenzano: «Una cosa è lo Stato di diritto, un'altra la vendetta. Lo Stato deve punire chi non rispetta la legge ma ha il dovere di rispettare l'essere umano. Un rappresentante delle istituzioni deve garantire l'ordine non proclamare vendette», e sulle varie indiscrezioni trapelate ribatte, «al contrario di quanto è stato detto e scritto non è mai stata chiesta la scarcerazione per Bernardo Provenzano, ma solo che autorità competenti, assolutamente asettiche e obiettive, verificassero lo stato di salute di mio padre. Solo questo».
ANSA
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