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sabato 19 febbraio 2011

Mancino: ''Mai saputo di trattativa con Stato''



Firenze. «Io non ho mai avuto conoscenza, nè mi è stato riferito di volontà di parti della criminalità organizzata di voler aprire una trattativa con lo Stato, che è un termine che io non posso nemmeno accettare neppure a distanza di anni».


Lo ha detto il senatore Nicola Mancino, ex vicepresidente del Csm, oggi nella sua deposizione all'udienza del processo per le stragi del '93 in cui è unico imputato Francesco Tagliavia. Mancino è stato chiamato come teste dalla difesa di Tagliavia in merito al ruolo svolto da Mancino come ministro dell'Interno dal 1992-1994. «Lo Stato - ha proseguito Mancino rispondendo alle domande del difensore di Tagliavia - non scende a trattativa con chi commette reati, e tanto meno con chi commette delitti uccidendo magistrati, poliziotti, uomini delle forze dell'ordine, come Falcone, Borsellino e Dalla Chiesa. La mafia è il nemico da battere, la mia opinione è sempre stata, in pubblico e privato, la stessa».

ANSA

Mancino: ''Mai parlato con Conso revoca 41 bis''

17 febbraio 2011
Firenze.
«Con il ministro Conso non parlai mai» di revoca del 41bis. Lo ha detto il senatore Mancino, oggi nell'udienza del processo per le stragi del '93, rispondendo alle domande degli avvocati di parte civile sulla revoca del carcere duro a 140 detenuti decisa nel novembre del '93. «Con Conso - ha spiegato Mancino - ho sempre avuto ottimi rapporti ma della condizione del detenuto mafioso rispetto al carcere duro non ne abbiamo mai parlato. Non ne ho parlato io per primo per rispetto del ruolo del Guardasigilli e lui non ha mai affrontato la questione con me. Il ministro Conso - ha ricordato Mancino - ha detto anche in questa aula che prese le sue decisione in perfetta solitudine». L'avvocato ha chiesto a Mancino se lui, allora ministro degli Interni, e il ministro della Giustizia Conso ne parlarono a «margine». «Escludo che ne abbia parlato con me - ha replicato Mancino -. Ma le pare che di un argomento come questo se ne parli a margine di una riunione del Consiglio dei ministri?». «Delle diverse posizioni io non sono mai stato interessato e nessuno me ne ha mai parlato - ha ribadito Mancino rispondendo ad una domanda -. Il carcere duro era necessario per raggiungere successi nella lotta alla mafia».

ANSA

''Se avessi saputo di trattative avrei denunciate in Parlamento

17 febbraio 2011
Firenze.
«Se nella propria responsabilità qualunque funzionario dello Stato o magistrato mi avesse parlato di trattative con la mafia, io le avrei denunciate in Parlamento». Lo ha detto l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino nel corso della sua deposizione nell'Aula bunker di Firenze al processo in Corte d'Assise che vede imputato il boss Francesco Tagliavia per le stragi mafiose del 1993. A uno degli avvocati delle parti civili che chiedevano se funzionari dei servizi segreti gli avessero mai parlato di eventuali trattative per la revoca del 41 bis, Mancino ha smentito categoricamente questa circostanza. «Sono sempre stato dell'opinione che fino a quando perdura l'offensiva della mafia -ha aggiunto Mancino- il 41 bis non può essere attenuato».

Adnkronos


''Movente era 41 bis ma non revoca''

17 febbraio 2011
Firenze.
«Il 41 bis era un provvedimento per la mafia e doveva rimanere pesante. Quando arrivai a Firenze dopo via dei Georgofili avevo chiaro la valutazione che la matrice fosse mafiosa. Il movente era certamente il 41 bis ma bisogna revocarlo? No, non l'ho mai pensato». Lo ha detto il senatore Nicola Mancino oggi in una sua deposizione all'udienza del processo per le stragi del '93, rispondendo alla domande degli avvocati di parte civile in relazione al suo ruolo di ministro dell'interno dal '92 al '94. Mancino ha più volte riferito di non aver mai avuto notizia di trattative tra Stato o parti dello Stato e criminalità o parti della mafia e ha aggiunto che «lo Stato era convinto di dover persistere nelle misure dure e catturare i criminali e mandarli al carcere duro».

ANSA

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